FIRENZE - Le Aziende pubbliche di servizi alla persona e le IPAB di
tutta Italia a convegno: “Serve un riordino complessivo del settore per
potenziare il servizio pubblico assistenziale”
L’occasione che le ha riunite
tutte è stata la sentenza n.161 del 2012 con cui la Corte Costituzionale ha
deciso che ASP, Ipab e Fondazioni di diritto privato nate dalla loro
trasformazione devono sottostare alla legge Tremonti del 2010 e alle altre
restrizioni della finanza pubblica. Tutti gli addetti ai lavori si sono posti
subito il problema di come garantire servizi sempre più richiesti dalle fasce
più deboli della popolazione, standard di qualità fissati dalla legge e allo
stesso tempo sottostare ai vincoli del patto di stabilità, non poter fare
investimenti e non poter assumere personale. In pochi giorni contatti frenetici
e la voglia di far sentire la propria voce ha portato al convegno nazionale che
si è tenuto ieri (venerdì 28 settembre) all’Istituto degli Innocenti di
Firenze.
Qui rappresentanti di ASP, Ipab e Fondazioni Ex Ipab provenienti da 10
regioni italiane (tra cui Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto,
Toscana, Marche, Emilia Romagna, Puglia e le due province autonome di Trento e
di Bolzano) insieme ad alcuni funzionari delegati dai governi regionali della
Toscana e delle Marche hanno dibattuto sulle problematiche con le quali
convivono quotidianamente, acuite e rese molto più gravi dalla recente
sentenza.
Dal convegno è uscito un
documento condiviso che investe le Regioni
di un ruolo importante, quello di farsi portavoce delle istanze del
mondo dell’assistenza nel tavolo stato-regioni, di portare all’attenzione del
governo i problemi e le contraddizioni esistenti, per trovare soluzioni
coerenti con i servizi che Asp, Ipab e Fondazioni ex Ipab erogano alle fasce
più deboli della popolazione nei settori della terza età, della non
autosufficienza, dell’infanzia, dell’adolescenza, dell’istruzione, nel campo
della povertà e della marginalità sociale oltre che nella gestione di servizi
comunali collegati.
Contemporaneamente è stata
registrata la sensibilità verso questi temi di alcuni parlamentari che si sono
presi l’impegno di portare di fronte al governo queste istanze.
“E’ evidente che serve un
riordino complessivo delle normative che regolano la vita di questi soggetti –
ha dichiarato Fabio Diana Presidente di A.Re.T. ASP Toscana – serve un
cambiamento per potenziare il servizio pubblico alla persona, un percorso che
vada nella direzione opposta della sentenza della Corte Costituzionale che
invece indebolisce fino quasi ad impedire l’erogazione del servizio. Il cammino
è solo all’inizio, ma tutti insieme ci siamo presi ‘impegno di costituire una
rete nazionale che assuma il ruolo di sintesi delle esigenze del settore e
soprattutto di consulente per il decisore pubblico”.
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